GUIDO
Biografia
Le Alpi Giulie. Proprio qui che i miei genitori mi hanno avvicinato fin da giovane al fantastico mondo dell’alpinismo. Insieme, abbiamo raggiunto in estate lungo le vie normali le più belle cime e abbiamo lasciato le nostre tracce con gli sci durante le gite invernali.
Col tempo la mia curiosità si è rivolta verso ambienti e monti più lontani:
le Alpi Centrali, le imponenti Occidentali con il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Gran Paradiso fin ad assaporare l’emozione di cime oltre Europa: misure, spazi, tempi, fatiche diverse, ma capaci di rendere emozioni sempre più grandi da vivere nell’intimo silenzio e al tempo stesso da condividere con chi ti sta accanto.
Il silenzio del respiro assieme alla condivisione di una fatica, l’emozione indescrivibile di un’alba nel piacere di un racconto, il desiderio di solitudine e pace che ti spinge a cercare compagni con cui salire una montagna: sembrano quasi dei concetti contrapposti, eppure è proprio da questi che è maturato in me il desiderio di condividere questa passione conseguendo nel 2005 il titolo di Guida Alpina.
Dopo più di 10 anni di attività e di vita di inMont, nata con Massimo e poi ampliata prima con Gianni ed ora con Andrea, possiamo proporre con la massima professionalità, competenza ed esperienza, un panorama di attività che spaziano dai corsi alle salite, dai trekking alle spedizioni oltreoceano.
Spesso mi chiedono quale sia la montagna, la cima, l’avventura che vorrei mettere in cima alla lista dei miei desideri. E puntualmente non ho una risposta che abbia un nome.
E così segue la logica domanda di quale sia la salita che più mi è restata nel cuore e nei racconti. E anche qui la mia confessione resta decisamente vaga.
E come può essere raccontato un sogno? E come potrebbe essere possibile catalogare e quantificare un emozione?
Così provo a spiegarmi meglio.
Di una montagna non mi interessa necessariamente la sua quota, l’essere ancora inviolata, la difficoltà della via di salita e così via, se pur queste caratteristiche affascinino e abbiano un peso nel far provare emozioni.
Le mie scelte ricadono su altri elementi: la storia di quella montagna e di quella via, il profilo estetico sia della cima che della linea di salita, la compagnia con la quale potrei cimentarmi in questa nuova avventura.
Differentemente sarebbe come gustare un buonissimo boccale di birra senza considerare né dove ci si trovi e neppure (e soprattutto) con chi si possa condividere l’emozione.
Le mie salite favorite
Kyajo Ri - 6186 m
Himalaya - Valle del Khumbu
Novembre 2017
Marica Freschi, Ivan Da Rios, Phurte Sherpa, Guido Candolini
Difficoltà D+
Pendenza 50°/60° su neve
Passaggi di 3+ su roccia
Misto fino a M3
Alcuni anni fa un paio di amici mi chiedono di organizzare un viaggio in Nepal per vivere un’esperienza in alta quota. Ci parliamo e ci confrontiamo a lungo e la scelta ricade sul Kyajo Ri, una cima nella valle del Khumbu di 6.186 metri, isolata e per molti sconosciuta, discreta e nascosta, severa ed esigente. Non gode delle prime pagine come l’affascinante Ama Dablam, come l’altissimo Everest o come il più (e forse troppo) blasonato Island Peak.
Durante la nostra avventura non incontreremo nessun altra spedizione e questo ci regala ancor di più emozioni e sensazioni forti. Ci vorranno quattro giorni di trekking per raggiungere il remoto campo base, a quota 4700 m. Seguiranno alcuni giorni per organizzarci e portare i materiali al campo alto, a circa 5400 m.
La salita ci risulterà tecnica ma mai estrema. Resteremo invece sorpresi dalla lunghezza dell’itinerario che ci proverà fisicamente.
Porteremo con noi il ricordo di albe e tramonti freddi ma affascinanti, di schiene e gambe doloranti per gli sforzi fatti. Sensazioni forti nella presa di coscienza dell’essere nascosti in una valle dimenticata, se pur non troppo lontana dalle rotte molto più frequentate da trekkers e alpinisti.
Ma soprattutto porteremo il ricordo di un’amicizia accresciuta e rinsaldata come anche il piacere e l’arricchimento che gli Sherpa che ci hanno accompagnato sono capaci di regalare.
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