MASSIMO
CANDOLINI

Biografia

Vado in montagna fin da bambino ed ho salito moltissime vette delle Alpi, con una predilizione per l’inverno, soprattutto per lo sci alpinismo, lo sci ripido e lo sci di raid.

Nel 2001, a 37 anni, dopo una lunga esperienza lavorativa in aziende, ho seguito il Corso Nazionale per Guide Alpine, diventando professionista nel 2003.

Nel 2010, con i miei amici e colleghi Guido e Gianni, abbiamo inventato e fondato inMont, con la volontà di condividere la passione per l’alpinismo. E proprio con l’idea di divulgare l’alpinismo ho scritto alcune guide di arrampicata, di sci alpinismo e di escursioni che descrivono la mia bellissima terra, il Friuli.

Così ho sciato e arrampicato per passione e per lavoro girovagando per mesi attraverso le Alpi con amici e con clienti italiani, inglesi e americani. Il mio viaggio si è svolto dalle verticali pareti del Verdon a quelle gialle delle Dolomiti, dal grigio calcare delle Alpi Carniche alle rosso granito del Monte Bianco, dalle discese fino al mare della Norvegia fino alle vette di 6000m della Cordillera Blanca in Perù, lungo creste di misto e goulotte ghiacciate, pareti rocciose e bianchi pendii.

Adesso, superata la cinquantina, dopo decine di viaggi attorno al mondo, dopo 10 anni di lavoro tradizionale di Guida Alpina, dopo aver insegnato a molte persone le basi e i segreti dell’alpinismo, la passione non è finita, non si è consumata; piuttosto sta ritornando alle origini e più forte che mai mi chiama con nuovo entusiasmo a disegnare linee perfette nella neve profonda di posti lontani e incontaminati come l’Alaska, la Groenlandia, l’Antartide e chissà dove ancora!

Le mie salite favorite

La gita perfetta

Sammisoq Fjord, Groenlandia

Aprile 2015, West Greenland
Non conosco il nome esatto della vetta che abbiamo raggiunto, perché non c’è, come d’altronde per altre migliaia di vette delle montagne della Groenlandia. Le condizioni? Giornata soleggiata e fresca, neve abbondante e fredda, panorama a 360 gradi e dal mare alla cima, nessuna traccia, nessun altro in giro. Le informazioni? Più o meno queste: “sali e dopo un po’ giri a destra fino alla vetta. Si dovrebbe poter scendere direttamente sul ghiacciaio a nord, prova a vedere…”

Dislivello: 1450 m

Difficoltà: BSA

Esposizione: Nord Est

Quota: 1450 m

Accesso: Groenlandia, contea di Manitsooq. Con il veliero Rembrandt Van Rijn due giorni di navigazione verso l’Evighedsfjordn (chiamato in inglese Eternity Fjiord) fino al Sammisoq Fiorden.

Itinerario: si sbarca alla base del Tuumap Sermia, il grande ghiacciaio che si risale centralmente fino a 800 m di quota circa. Si volge a destra abbandonando il ghiacciaio per risalire una lunga e regolare spalla fino alla vetta, che regala un panorama indescrivibile, con l’ansa del fiordo 1400 m più in basso.

Discesa: si scende la dorsale, inizialmente non ampia, in direzione dell’ansa del fiordo (sembra impossibile, ma si passa senza particolari problemi). Sceso un tratto più ripido la dorsale si allarga e permette una sciata entusiasmante. Raggiunto il ghiacciaio lo si percorre interamente, prima sulla destra, poi verso il basso a sinistra, fino al fiordo.

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L’amicizia e la magia

Magia dello Jof Fuart

15 marzo 2005, Massimo Candolini, Alex Franco, Gianni Dorigo
“Magia” perché il luogo è magico, perché lì d’inverno è tutto immobile e di cristallo. Ma il nome “Magia” è soprattutto l’insieme delle iniziali MAssimo, GIanni, Alex, in una bellissima giornata di alpinismo e di sincera amicizia. Cascata in ambiente spettacolare, con un lungo avvicinamento, caratterizzata da due belle colate che vengono collegate da un traverso su misto.

Lunghezza: 150 m

Difficoltà: IV, 5+, M6

Esposizione: Nord

Quota: 1800 m

Accesso: Da Valbruna si risale la Val Saisera per circa 2Km, fino al sopra passo della pista di fondo. Di qui si segue la pista forestale per il rif. Pellarini (segnavia estivo n.616) raggiungendo la stazione di partenza della teleferica. Si procede sul sentiero che sale tagliando diagonalmente alla base di una fascia rocciosa e che, con strette svolte supera la ripida balza fino a sbucare alla base delle pareti delle Cime delle Rondini. Si raggiunge il rifugio, ben visibile sulla destra, traversando tra rada vegetazione e risalendo i pendii alla sua sinistra (ore 2.00). La cascata, ben visibile sotto la verticale della vetta del Jôf Fuart, si raggiunge in circa un’ora dal rifugio.

Itinerario: salire la colata di destra con due lunghezze di corda (40 m 4, 20 m 4, SG). Traversare su ghiaccio verso sinistra e poi scendere per 5 metri fino ad una cengia nevosa. Percorrerla verso sinistra per 15 metri e appena possibile raggiungere il ghiaccio sotto la colata superiore (40m 4 M4, SG). Superare in dry tooling il tratto roccioso e verticale per raggiungere il ghiaccio della colata superiore (15m 5+ M6, SG). Proseguire lungo la cascata fino al suo termine (40m 5, SG).

Discesa: con una corda doppia da 60m (da attrezzare) si raggiunge il nevaio sottostante.